Questura di Livorno inv. n. 24 - fasc. 176

30 settembre 1919

Davini Alfredo di Pietro e Balducci Albina n. Cecina 31/8/1901 , domiciliato a Napoli nel 1919 fa domanda per entrare nella Guardia di Finanza. Il Comando della Guardia di Finanza di Napoli chiede informazioni a Livorno.

L'Ufficio di Pubblica Sicurezza di Livorno risponde che il padre era capostazione a S. Marco (Livorno) nel 1911/12 e poi viene trasferito a Cecina e che per la giovane età non ha dati sul figlio.


Questura di Livorno inv. n. 32 - fasc. 163

9 gennaio 1922 – 13 dicembre 1923

Davini Guido Tullio di Giuseppe , pubblicista ed ispettore della soc. anonima Montecatini nel 1922 , viene richiesto dal Prefetto al Questore informazioni per il rilascio di un'onorificenza a Cavaliere. Non viene segnalato alcun merito per il rilascio


Questura di Livorno inv. n. 38 - fasc. 156

23 novembre 1925

Davini Guido, direttore alla Montecatini, nel 1925 viene riproposto per un'onorificenza. Viene segnalato che durante la guerra è stato direttore de “La Toscana” e che è iscritto al Partito Liberale Nazionale.


Questura di Livorno inv. n. 65 - fasc. 68

18 settembre 1930

Davini Guido, n. Livorno 15/9/1880 di Giuseppe e Piriami Elvira, Cavaliere Ufficiale, direttore dello stabilimento concimi chimici Montecatini


Questura di Livorno inv. n. 73 - fasc. 100

28 marzo 1931

Davini Davino fu Oreste, n. Gavorrano 30/4/1896, residente a Sulmona, il 3/2/1931 viene scarcerato per fine pena dal carcere di Livorno; Davino era stato condannato il 27/2/1929, dal Tribunale di Grosseto a 10 mesi per offese al Capo del Governo ed il 10/11/1930 dalla Pretura di Porto Ferraio ed in appello 21/1/1931 dal Tribunale di Livorno a mesi 3 e giorni 15 per oltraggio), ma ammalato di tubercolosi ricoverato ai Regi Ospedali.


Questura di Livorno inv. n. 96 - fasc. 74

19 settembre 1933

Davini Umberto di Giuseppe e Giorgi Richetta, n. Lucca 2/11/1887, il 26 settembre 1933 il questore di Pisa risponde a quello di Lucca riguardo ad attività antinazionali di Umberto. Per lavoro prende il treno a Pisa per andare alle officine di Lucca: di carattere chiuso e poco socievole, critica il lavoro ma non le istituzioni ed il Regime (confermato anche dal Gesualdo Morocchi, elemento di fede fascista provata)